INSEGNARE L’INGLESE COME IL LATINO: MA L’INGLESE NON E’ IL LATINO!

Malgrado l’alto livello didattico dei nostri corsi, che trova origine dall’alta professionalità dei loro docenti, alcuni nostri allievi, benchè ben valutati dal nostro cast (tre docenti madrelingua ed il nostro coordinatore didattico – docente italiano) dunque ben quattro specialisti al lavoro, non ricevono adeguato riscontro con i professori italiani di scuola in ore antimeridiane. Una certa richiesta di chiarimento ci proviene anche dai genitori, e quindi da circa due mesi abbiamo avviato un’indagine conoscitiva tramite i ragazzi stessi e, soprattutto i programmi svolti, con un’esamina dei libri, degli argomenti trattati, dalle pagine svolte una ad una, dagli esercizi assegnati, degli argomenti delle interrogazioni ed anche della percezione del tenore delle interrogazioni stesse. Scopriamo, senza molta meraviglia e senza dubbio di false testimonianze, che tutto o quasi gira sulla grammatica. Ci vengono riferite interrogazioni in cui si chiede, ad esempio, “dimmi i tre modi di tradurre il futuro”; od anche “che differenza c’è tra il first conditional e second conditional”; si chiede ancora, ad esempio, “dimmi quando usi past tence e quando usi present perfect”. Ovviamente tutto questo spiazza gli allievi che sanno parlare l’inglese, a favore di chi impara le regole a memoria senza magari sapersi esprimere in lingua. Questo, diciamo noi, non è “parlare l’inglese” ma “parlare dell’inglese”! Così si premiano i ragazzi che memorizzano e spiattellano le regole a memoria, sappiano o no esprimersi in lingua. Questo spiega come alcuni docenti dicano / abbiano detto che mandarli ai corsi di inglese è uno spreco inutile di tempo. C’è anche la categoria di quelli che dicono che le scuole private d’inglese sono istituzioni mangia soldi. Se per questi docenti la finalità di insegnare l’inglese è prevalentemente far recitare regole a memoria, allora certo che è uno spreco di tempo e soldi. Ma adesso, nel duemila, quindici anni oltre il duemila, le famiglie vogliono che i propri figli conoscano la lingua, più che le regole a memoria: non se ne farebbero niente delle regole mandate a memoria. Noi, come ENGLISH CENTRE, non insegniamo le regole a  memoria: noi diamo ai nostri allievi un patrimonio linguistico che li mette in condizione di esprimersi, capire e farsi capire, con madrelingua originali, che poco o nulla addirittura sanno della lingua italiana.

C’è poi la categoria di quegli insegnanti, magari un po’ più inclini alla lingua parlata, che affermano che si può fare a meno dei docenti madrelingua: basta piantarsi di fronte ad un canale TV parlante inglese, e il gioco è fatto: hai l’inglese in tasca. Ma chi controlla i livelli? Chi controlla la qualità? Come misurare l’apprendimento? Ma, soprattutto, come affrontare esami Trinity, Cambridge, IELTS di alto livello col solo ausilio di uno schermo che parla? Come preparare i vari passi e le varie fasi di esami importanti all’oscuro di un’adeguata preparazione? Ed a proposito, divaghiamo sugli esami Trinity, visto che ve ne è l’occasione. Quanti docenti, di fronte a lusinghieri successi d’esame dicono che questi esami non vanno bene? Ora, tolto il triennio finale delle superiori, perché un esame di lingua, svolto in lingua, non potrebbe andare bene per un programma in cui la sola lingua è in alta percentuale?

E se il MIUR riconosce questi Enti Certificatori, perché dovrebbero essere denigrati da docenti che dal MIUR dipendono? Cosa direbbe un ispettore ministeriale se il suo intervento fosse invocato!

Medesima sorte i soggiorni studio all’estero. Inutili, da spreco, comprati, poco efficaci. Quello che meraviglia e che spesso, alcune scuole, con PON / POR fanno ed hanno fatto soggiorni studio all’estero: ed allora, in quel caso valgono? Che strano. Ed addirittura talvolta a fine corso, in Inghilterra o di ritorno in Italia, gli allievi sono stati sottoposti ad esami Trinity o Cambridge. Ed allora ci chiediamo: ma questi esami Trinity e Cambridge, insomma, valgono? O tutte queste cose valgono ad intermittenza, a secondo se sono i docenti di scuola pubblica ad organizzarli? Velo pietoso, infine, su quanti, di ritorno da Gran Bretagna o Irlanda, questi esami li hanno falliti! Era un fallimento il corso precedente il soggiorno all’estero od il soggiorno stesso? Cosa importa, tanto era ed è tutto pagato!

Poca professionalità, scarsa serietà, alternanza di opinioni non riguardano noi di ENGLISH CENTRE.

Nessun Commento

Scrivi un commento