Corsi di recupero di inglese e PON: due cose ben distinte e separate!
Prendiamo spunto da un quesito che un genitore ci ha posto (e pubblicato sulle FAQ), col quale chiedeva una nostra opinione riguardo una questione didattica delicata. Ai suoi figli di 4° e 5° superiore, la scuola, impossibilitata ad attivare corsi di recupero di inglese, offriva la possibilità di frequentare PON di lingua tenuti da conversatori di madrelingua. Di seguito estendiamo la nostra opinione.
Cominciamo col dire che i PON di lingua inglese riguardano di norma le “eccellenze” e dunque passarli “in loco” di corsi di recupero appare un vero contrabbando. Secondariamente (ma fino ad un certo punto, comunque!) aggiungiamo che i programmi di 4° e 5° anno prevedono uno studio della letteratura, della storia, della civiltà storica, del testo antologico: tutte cose che davvero poco o nulla hanno a che vedere coi PON dei conversatori di lingua. Ovviamente un beneficio dovrebbe sempre esserci, ma si tratta di una miglioria che solo nel giro di 3-4 mesi (alla fine delle 50 ore di corso) darebbe un indiretto input linguistico ai ragazzi. Gli allievi in questione, dunque, potrebbero riprendere a studiare il programma scolastico in modo proficuo solo tra aprile e maggio, da soli, con un netto ritardo: col grave rischio di insufficienze gravi nei compiti e nelle interrogazioni precedenti. In un caso simile, ovviamente, appare chiaro che per avere opportuni benefici, i corsi coi madrelingua dovrebbero iniziare ad ottobre: come avviene da noi! La quaestio dei PON, che per abitudine consolidata iniziano tra fine gennaio e i primi di febbraio (quando va bene), comincia a stare scomoda a più allievi ed a più e più genitori! Torneremo sulla questione PON tra qualche articolo. Per ora fermiamo qui le nostre sane critiche sulle quali vogliamo porre un severo punto di chiarimento. Conosciamo bene lo spirito che anima l’indizione e le tenute dei PON nelle istituzioni scolastiche, e riteniamo che la Comunità Europea non poteva pensare di meglio. Ci rende perplessi, purtroppo, l’uso che se ne è fatto: distorto, di comodo, didattico a metà. Anche questo di contrabbandarli quasi in sostituzione dei corsi di recupero (IDEI) ci rende sempre più perplessi: impegnare allievi, con gravi insufficienze, in attività propedeutiche anziché andare al cuore del problema ci sembra volersi accaparrare un bel numero di iscritti ai PON giusto….per garantirsi le frequenze e non doverli chiudere! Money, money, money!
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