Fu James I o James VI?
Re James (1566-1625) fu noto in un primo tempo come James VI e quindi come James I.
Ma andiamo in ordine.
Alla morte di Elisabetta I (avvenuta nel 1603) tra un giro e l’altro l’unico erede “papabile” (mai termine fu così infelice!) era re James di Scozia. Il buffo di questa “eredità reale” fu quello che egli era figlio di Maria la Cattolica – regina degli Scozzesi – che in passato aveva più volte insidiato il trono di Elisabetta I e per la qual cosa era stata messa a morte nel 1587. Ma alla fine, per un giro vorticoso, la corona d’Inghilterra passa nelle mani di James che era già salito al trono con James VI di Scozia e concentrando poi i due regni, diventò James I di Inghilterra & Scozia. Questa nomina di un nuovo sovrano mise in serio allarme i ribelli che tentarono di sovvertire tutto il suo entourage col famoso Gunpowder Plot (quello ordito dal famoso Guy Fawkes). Il sovrano infatti era stato cresciuto come un Protestante e i pochi superstiti cattolici inglesi inorridirono all’idea di avere un sovrano manifestante anti-cattolico dopo il pacato equilibrio dimostrato da Elisabetta I.
Ma c’è da dire che alla fine King James si manifestò quale grande patrocinatore delle arti, e supportò molti artisti, tra cui anche scrittori di opere teatrali. Tra questi vi fu anche il grande Shakespeare, che con James ebbe sempre un rapporto quasi da privilegio (ma… era William Shakespeare!!).
In effetti lo stesso re fu uno studioso, e si cimentò quale autore di alcune opere – cose che pochi sanno. Ad esempio, affascinato dai riti magici e dalle storie di stregoneria, egli scrisse l’opera Daemonologie. Fu anche artefice e sollecito alla traduzione della Bibbia in lingua inglese – lavoro completato nel 1611 – e di conseguenza essa ebbe il nome di “King James Bible”. Giusto per specificare, questo testo è quello a tutt’oggi utilizzato nel rito anglicano – testo che potrebbe sembrare vetusto, ma ancora insostituibile.
Forse perché molto preso dai momento culturali, ebbe poco pensiero sulle guerre. Al contrario si adoperò per evitarle, in un momento importante per l’Europa tutta. Fra le sue pecche, ma non spettano a noi queste constatazioni, vi fu quello di essere ritornato una sola volta nella sua Scozia – e questo accadde nel 1617. Certamente era molto impegnato a Palazzo in situazioni da rifinire che prendevano giorni, settimane, mesi di tempo.
Il suo regno di Inghilterra durò 22 anni – ma fu sovrano di Scozia per ben 57, e fu allora per la prima volta nella storia, che le due corone erano state poste insieme sotto un’unione piuttosto personale. Cionondimeno l’ambizione da parte di James di vedere un’unione politica tra i due regni venne rifiutata. E se pensiamo che ancora oggi vi sono dissidi, immaginiamo quanto difficile fosse l’intento del sovrano circa quattro secoli fa. Del resto, ancora oggi, in fatto di Brexit, vi è un responso diverso tra Inghilterra e Scozia da far capire le differenze. Ed anche i referendum autonomistici della Scozia di staccarsi dall’Inghilterra rimangono un segno evidente.
E tornando al titolo di questo articolo, potremmo parafrasarlo con “James VI & James I”.
A martedì prossimo.
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