IL CORTEGGIAMENTO REALE: LE REGOLE DI CASA TUDOR

Amori, fidanzamenti e nozze reali sono di moda. Se ne parla tanto, anche se si tratta di parenti alla lontana di Elisabetta II. C’è tanto gossip in giro – mentre alcuni dettagli sono regolati da protocolli rigidi, poche volte violati e solo in qualche dettaglio.

In passato anche il corteggiamento aveva delle regole- ed in particolare sotto i Tudor, dinastia che apre la sua corona nel 1485 con Enrico VII. Ma è cl suo successore che si iniziano le regole del corteggiamento, sotto Enrico VIII, un sovrano ce di corteggiamenti ne ha portati avanti davvero numerosi. Addirittura tra la prima moglie (Caterina d’Aragona) e la seconda (Anna Bolena) ci sono ben due corteggiamenti. Questo perché Enrico aveva precedentemente buttato gli occhi su Maria (la sorella maggiore di Anna), fanciulla che aveva attirato l’interesse del sovrano. Ma questo corteggiamento andò in nulla, e il grosso dell’interesse del sovrano fu tutto su di Anna.

Ma andiamo alle cosidette regole di ingaggio del corteggiamento Tudor (“Rules of engagement of the Tudor Courtship”). Le fasi erano quattro.

Si iniziava con una prima conoscenza, considerando che un matrimonio combinato o forzato era proibito dalla chiesa del periodo. Purtroppo nella realtà pratica non era così, in quanto gli incontri venivano organizzati dai genitori o dai parenti. In genere ci si voleva assicurare che il benessere economico della coppia fosse garantito, elemento allora considerato essenziale. Non che l’amore non fosse importante, ma la precedenza l’aveva l’aspetto patrimoniale. Per il resto, l’aspetto affettivo era anche il benvenuto (anche!!). La seconda fase era quella dei regali (“showering in gift”). Essa consisteva nell’intraprendere una serie di visite assidue e cortesi (da vero gentlemen Tudor) con una pioggia di doni di valore che “coprivano il cuore della donna amata”. Si trattava di guanti, gioielli, fiocchi di pregio, che miravano a far colpo sulla donna prescelta. Si dice che, addirittura, il sovrano Enrico VIII continuasse questa fase anche una volta sposati. Si narra che avesse chiesto i gioielli alla sua prima moglie (Caterina d’Aragona) perché la sua seconda (Anna Bolena) li potesse indossare. Come fini? E’ ancora presente la risposta scritta che gli venne data. Ve la riproponiamo in lingua originale: “I will not give them up to a person who is the scandal of Christendom and a disgrace to you”. Dunque, un categorico rifiuto delle’ex!

Quindi veniva avviato la fase tre, che prevedeva una sorta di promessa – coi fidanzati che si professavano veri e propri “promessi sposi”. Si trattava di un periodo che più o meno corrispondeva all’attuale fidanzamento ufficiale, con una vera e propria cerimonia pubblica. Cosa strana per quei tempi, in questa fase era già ammessa una relazione sessuale – ancor prima del matrimonio. Ma con i Tudor ed Enrico VIII in particolare, c’era poco da meravigliarsi.

Quindi la fase quattro: le nozze vere e proprie. Una cerimonia pubblica e di alto profilo, da celebrarsi in chiesa (magari una di quelle famose). Anche gli ospiti dovevano essere tantissimi (“the more guest, the better”). Gli abiti dovevano essere eleganti, ma per le donne vi era il limite di non superare l’eleganza della sposa.

… e per chi se lo poteva permettere… festa grande con cibo, musica, balli.

Sin da allora le regole del fidanzamento e delle nozze – sin dai Tudor. Ma certamente gli attuali membri della Royal Family conoscono le procedure d’un tempo: eccome!

 

 

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