L’inglese ….. a domicilio!
Come avrete letto sul precedente articolo, gli ultimi due week-end di settembre ed il primo week-end di ottobre sono stati per noi un’occasione di nuovi incontri e nuove rivelazioni in seguito agli stand che abbiamo attivato per un totale di sei giorni. Abbiamo parlato con la gente, abbiamo ascoltato i loro bisogni, abbiamo dato sereni consigli, abbiamo sentito tante e tante storie, in particolare sui nostri concorrenti. Abbiamo sentito di tutto, davvero di tutto da poter scrivere non un articolo per il blog, ma un blog intero! Ci limitiamo, qui, a raccontarvi una situazione che noi con buonismo definiamo buffa, ma in effetti è di un disonesto commerciale ed intellettuale che ha dello strabiliante. Si tratta (e leggete bene il nostro titolo) di un’insegnante che si offre per dare lezioni in giro, nelle case altrui: ecco come funziona. Si ha una famiglia base come punto di riferimento, magari un nucleo familiare che abbia almeno due/tre figli. Si cerca poi, nella parentela e nel vicinato, un adeguato numero di giovani allievi, tanto da formare una mini classe (sei – otto – anche dieci elementi!). E così si forma il gruppo, e le lezioni vengono tenute a casa di qualcuno, con una sala da pranzo o una stanza dei giochi che, con qualche piccolo accorgimento, diventa un’aula (se pur sguarnita e rudimentale!). Non riusciamo ad individuare quanti siano i pregi di natura pratica, se non il fatto di avere la lezione a domicilio ed ad ore concordate con l’insegnante. Eppure questi due aspetti apparentemente positivi sono molto aleatori in quanto la lezione è a casa di una sola famiglia (mentre tutti gli altri devono muoversi – tanto varrebbe recarsi presso una qualunque scuola d’inglese), e poi gli orari vanno comunque condivisi con gli impegni degli altri ragazzi (come facciamo del resto anche noi presso la nostra scuola d’inglese), ma anche contemperati con gli impegni dell’insegnante, quali impegni di scuola di stato, di famiglia, di figli (problemi questi che non esistono con la nostra scuola di inglese, in quanto i nostri docenti, slegati da problematiche familiari, lavorano solo ed unicamente per noi!). Fin qui le positività (??): e adesso andiamo ai punti deboli di una siffatta sciagurata iniziativa. La negatività che più risalta all’occhio è quella di natura didattica, in quanto i gruppi in questione sono omogenei per vicinato o parentela, piuttosto che per età e soprattutto competenze. Noi, ad ENGLISH CENTRE, ci sveniamo per fare dei test dettagliati (un giorno per lo scritto ed uno per l’orale), per armonizzare i gruppi, e questo è davvero encomiabile e professionale. Inoltre che ne è di questi ragazzi che continuano i loro pomeriggi con una vita in casa, senza la condivisione di un luogo comune, con una mancata socializzazione anche con altri gruppi? Che ne è di questi ragazzi che non possono avere l’orgoglio di appartenenza ad una scuola d’inglese, senza partecipare ad iniziative comuni quali feste (Halloween – Natale – altro) intrattenimenti (serate video – dibattiti tra allievi e docenti), tutte attività che sviluppano la socialità, la socializzazione, e perché no la lingua? E poi l’assenza di attrezzature specifiche, di poster, lavagna, video e lettori DVD (se non addirittura di lavagne luminose e/o intermediali!) , riuscirebbe a rendere un ambiente idoneo alla docenza, felice per il processo insegnamento-apprendimento?
E inoltre, nessun rapporto con insegnanti, (originali, provenienti dal Regno Unito!), nuovi compagni e nuove conoscenze, una nuova realtà per una miglioria sociale e culturale. Anche quello che si può offrire in simili situazioni, con classi culturalmente così disomogenee, non è che il solito piccolo numero di frasi mandate a memoria (e magari anche qualche regoletta mal digerita!): e questo lo chiamiamo “insegnare inglese”? ! Infine in simili situazioni sono quasi scarsissime le opportunità di sostenere un esame di certificazione esterna, in quanto manca alle spalle una vera e propria organizzazione tecnica. Ed anche laddove ci si sforzasse per portare i ragazzi di fronte ad un esame, vi sarebbe sempre il trauma del passaggio dal colore ambrato di un’elegante sala da pranzo, o dai toni pastello di una simpatica stanza per bimbi, ad un’aula vera e propria di una scuola di inglese, modificata ed allestita per essere un’appropriata sede d’esame! Teniamo anche a precisare che in zona solo e solamente i nostri allievi non subiscono questo trauma, in quanto fanno gli esami (sia scritti che orali) proprio nella nostra sede, dove durante l’anno si svolgono giornalmente le lezioni: e questo conta tanto, credeteci!
Le nostre conclusioni.
Riconosciamo che il momento economico e di mancata occupazione è davvero precario e delicato. Ci rendiamo conto che la disoccupazione sta imperversando su tutti i fronti ed a tutti i livelli, anche tra i laureati. Siamo consapevoli che i primi a subire tali conseguenze sono stati i docenti, talvolta resi disoccupati dopo anni ed anni di lavoro precario. Capiamo che in una situazione simile si deve abbondantemente aguzzare l’ingegno: ma questo è davvero troppo! Illudere ragazzi, famiglie, parenti, vicinati interi, con la chimera di un inglese di qualità in simili realtà organizzative e didattiche è davvero da affaristi! Prendere per il naso il prossimo con l’illusione di pagare qualche euro in meno di quanto si pagherebbe altrove (ma non da noi, che siamo così competitivi!) per propinare poco più di niente è da disonesti. A questo punto ci chiediamo se è vero che “l’occasione fa l’uomo ladro” ovvero che “l’occasione rivela l’uomo ladro”? A voi decidere e soprattutto se optare o meno per una soluzione come la nostra scuola: professionale, attenta, completa, sana dentro, e, ancor più, intellettualmente onesta!
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