L’inglese lo si parla, lo si pratica, ed in piccola parte lo si studia !
Giorni fa, nel corso di una riunione di natura didattica all’interno di ENGLISH CENTRE, abbiamo fatto delle matte risate relativamente ala storia di un ragazzo poco più che sedicenne, “spedito”dalla sua famiglia a Londra – pare presso casa d’amici – dove avrebbe potuto imparare l’inglese …… lavorando in un pub ! Bella scuola, il pub. Bei posti da frequentare i pub inglesi. Meravigliosi luoghi di lezione, dove la lingua la si perfeziona, la si affina, la si migliora !
Partiamo dall’aspetto delle funzioni comunicative, e troviamo che si praticano domande del tipo “cosa posso servirle, signore ? “; o si risponde a richieste del tipo “vorrei una pinta di rossa – grazie”; o si danno indicazioni a domande “Mi scusi, dov’è il bagno ? Sono ubriaco, e devo vomitare !”. Ancora. Si ricevono comunicazioni che suonano “……ci sono dei bicchieri da lavare, sbrigati !”; oppure “vedi di sparecchiare che è tardi !”; o ancora “Il bagno è sporco: fa presto e puliscilo !”. Questi sono i tratti più squisitamente linguistico-comunicativi che si imparano da apprendista in un pub inglese. Sempre ammesso che vada bene.
Passiamo, ora, alle migliorie linguistiche.
Partiamo dalla considerazione che i locali pubblici di tutt’Italia hanno un discreto numero di stranieri, (in prevalenza extracomunitari) che si esprimono in un italiano senza dubbio imperfetto. Certamente non staremo lì a correggerli quando vengono a servirci a tavola o lo fanno da dietro il banco, spiegando loro gli articoli, gli aggettivi e le concordanze ! E né tampoco li sottoporremo ad esercizi di pratica, di scrittura, di corretta pronuncia e fonetica. Ce li teniamo lì, coi loro errori, errori che hanno commesso – commettono e continueranno a commettere, in quanto un errore di lingua, se ripetuto e non corretto, diventa nel tempo patrimonio linguistico di chi la parla ! Si va lì, in Inghilterra dunque, a continuare negli errori – se non addirittura a rinforzarli e renderli più marchiani. Certamente gli avventori dei pub, ubriachi o sobri che siano, non staranno lì a correggerli e perfezionarli : non ce lo aspetteremmo, è ovvio ! Ma è bene chiarire che, comunque, ogni pratica della lingua liberamente svolta in un paese di lingua inglese, senza un’adeguata guida, non è opportuna. Anche andare nei negozi ed esprimersi, rischia di essere deleterio. Premesso che spesso nei negozi commessi e dipendenti possono non essere inglesi (magari c’è sempre qualche italiano a cui rivolgersi !), certamente costoro non saranno elementi idonei all’insegnamento della lingua, e certamente non si sprecheranno a chiarirvi la differenza tra “past tense” e “present perfect” da dietro il banco; od offrirvi una chiara spiegazione sui tre futuri in inglese ! Per cui, se il ragazzo commette errori …… continuerà a commetterne.
Tornando al giovanottino in questione,ci veniva detto che poi, se ci fosse stato tempo e possibilità, avrebbe frequentato qualche corso volante di inglese, senza nessuna garanzia, e senza comunque una certezza di docenti ampliamente qualificati, come comanderebbe il British Council !
Abbiamo, tuttavia, anche ascoltato alcune osservazioni mosse proprio dalla madre del ragazzino, la quale asseriva che i ragazzi in gruppo, finiscono poi per parlare italiano. Questo è vero, ma a metà : e vi spieghiamo anche perché. Intanto le lezioni sono in vero e puro inglese, finalizzate al miglioramento delle capacità linguistico/comunicativa degli allievi, i quali vengono corretti adeguatamente e menati verso un inglese appropriato ed un tantino più formale, che è un po’ diverso da quello dei pub ! Ma anche tutto il mondo umano che circonda i nostri ragazzi del gruppo (docenti/organizzatori del tempo libero/accompagnatori/addetti ai servizi vari/guide/istruttori) sanno che questi nostri ragazzi sono lì, paganti, con lo scopo principale di imparare e migliorare l’inglese. Per questo motivo li indirizzano ad una comunicazione linguistica più formale e più corretta. Anche le escursioni di mezza od intera giornata sono affiancate da chi li accompagna e parla loro in lingua, correggendoli in caso di errore. Allo stesso modo, allorquando si recano in attività di shopping, sono affiancati ed indirizzati dagli accompagnatori e dai docenti italiani di lingua inglese, che ben li instradano e correggono. Insomma, è tutto un mondo che ruota intorno all’inglese e, soprattutto, al suo apprendimento. Se infine i nostri ragazzi de gruppo scelgono la perfetta formula famiglia (anziché college), allora essi vengono incastonati in una realtà familiare che ben sa che la finalità di questo soggiorno studi è quella di imparare/mantenere/migliorare l’inglese. Niente di meglio ! In effetti l’inglese lo si parla, lo si pratica, ma è importante la figura di più tutor a garanzia che la lingua venga migliorata, appresa, praticata, implementata.
Purtroppo c’è da dire che, di recente, pare abbia preso piede la mania di inviare i propri figli di 14-16 anni – anche 17 – in viaggio, collocandoli su di un aereo e mandandoli, in solitario od in gruppo (ma senza un adulto di esperienza quale accompagnatore), in terre quali Inghilterra, Spagna, Malta. Sembra una forma di scoutismo all’ennesima potenza e senza dubbio distorta : almeno le uscite scout sono guidate da adulti con esperienza sul campo. Pare, in atto, fare moda e tendenza. E così sarà fino a quando non accadrà qualcosa di pericoloso od eclatante : allora si, tentando di ricorrere ai ripari, verranno comprese alcune cose !
Concludiamo con una considerazione un tantino triste. Si fa scuola di tutto: calcio, basket, pallavolo, per diventare arbitro, scuola di tennis, di danza ! Tutto quello che un tempo era delegato alla libera espressione dei fanciulli/ragazzi – ora è …… scuola.
L’apprendimento dell’inglese, per alcuni invece, non ha scuola: metti tuo figlio su di un aereo, lo indirizzi a Londra e …… che il Signore gliela mandi buona. A fine periodo forse saprà pure comunicare, alla men peggio, ma oggi il mondo del lavoro e delle professioni pretende una comunicazione un tantino più formale, magari orale e scritta, e soprattutto certificata (Trinity – Cambridge). Invece per alcuni non è proprio così, e rispondono “no grazie” all’insegnamento dell’inglese, in inverno ed in estate.
Lo sport, si lo sport merita scuola !
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